L’ultimo capitolo della trilogia rappresenta la fase conclusiva del cammino verso la realizzazione completa. “Zero” simboleggia il punto in cui l’individuo raggiunge un tale livello di consapevolezza che l’ego si dissolve e diventa “l’Uno”. È il livello più alto di auto-realizzazione, dove la distinzione tra essere e non-essere svanisce, conducendo alla fusione con l’energia universale: l’individuo scompare per diventare l’essenza stessa dell’universo, il campo primordiale in cui tutto si dissolve e si rigenera. Lattuada intraprende un viaggio intorno al mondo alla ricerca di coloro che hanno risposto alla “chiamata” — persone che hanno raggiunto un livello straordinario di realizzazione — per scoprire, alla fine, il luogo interiore da cui provengono tutte le risposte. In questo modo, dimostra che l’illuminazione non è un’aspirazione riservata a pochi eletti, ma una condizione accessibile a tutti, purché si abbia la volontà di intraprendere il viaggio interiore. Queste sono storie di “realizzazione ordinaria”, che ci riportano alla consapevolezza che la grandezza risiede dentro ognuno di noi, e che il viaggio verso lo Zero è in realtà un ritorno alla nostra essenza più profonda. Come un epico finale degno di Star Wars, Zero racconta la battaglia interiore e spirituale che ogni essere umano affronta per superare il proprio “lato oscuro”, trovando la luce nella fusione con il vuoto.